AMBIENTE/Crediti carbonio per compensare la CO2 (di Francesco Paolo Cinquemani)*

Nello precedente articolo abbiamo fatto cenno alle Cities 40, quale rete globale di 40 città, ormai diventate circa 100, che stanno lavorando insieme con l’obiettivo di ridurre i gas serra e il cambiamento climatico e le idee che stanno venendo fuori, sono a dir poco Orwelliane.

Iniziamo con il pensare che tutti abbiamo una carta di credito in tasca, perché ci hanno sempre mostrato il fattore comodità e sicurezza. Pensate anche che molti hanno anche le tessere per la raccolta punti del supermercato o librerie, perché la carta è gratis e puoi avere uno sconto sugli acquisti, ma in cambio di cosa? Beh dei nostri dati!

Per farci cosa?

Semplice, per tracciare i nostri acquisti e spostamenti, in questo modo chi controlla i nostri dati, ha piena cognizione di cosa ci piace, dove andiamo e come spendiamo i nostri soldi, così facendo conoscono tutto di noi e questo gli permette di additarci come responsabili del cambiamento climatico, perché siamo considerati produttori di CO2 in base a ciò che consumiamo.

Per mettere un freno a tutto ciò, si sono inventati i crediti carbonio, un pò come la patente a punti, che a ogni violazione del codice della strada vengono defalcati dei punti da un totale riconosciuto, ci daranno un tetto di crediti carbonio che potremo consumare.

crediti carbonio, secondo le Cities 40, rappresentano un strategia sostenibile orientata alla promozione di progetti nazionali e internazionali di tutela ambientale e climatica, con l’obiettivo di riduzione o assorbimento dei gas serra, i gas responsabili del riscaldamento climatico globale.

Quindi, la sfida odierna di queste Cities 40 è di imporre un modello di riferimento, dapprima alle aziende e successivamente ad ogni città e comune, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile in Agenda 2030 e con gli obiettivi di decarbonizzazione dei propri prodotti, servizi ed attività.

L’idea parte dal Canada con la carta della banca Vancity, promossa dal premier Justin Trudeau, punta di diamante dell’abuso di parole quali,” conquista di civiltà del mondo moderno e ecologismo”, (sempre di facciata), premier così liberal e moderno da far prendere a manganellate i cittadini che hanno manifestato contro gli obblighi vaccinali.

Vancity, con sede a Vancouver (città C40), è la prima banca canadese a lanciare una carta di credito, in grado di monitorare i possessori su quanta anidride carbonica producono in funzione dei loro acquisti. Acquistando con la carta di credito Vancity, verrà misurata l’impronta carbonica personale, che si potrà confrontare con la media nazionale.

La banca spiega: “Visto che molti membri di Vancity sono alla ricerca di modi per ridurre l’impatto che hanno sull’ambiente, in particolare quando si tratta di emissioni che causano il cambiamento climatico.  Questo strumento fornirà ai titolari di carte di credito Vancity Visa informazioni preziose sui loro acquisti e consentirà loro di collegare le loro decisioni di spesa quotidiane al cambiamento che vogliono vedere nel mondo. A tutti sarà rilasciata una “carta di indennità di carbonio” per misurare scelte e progressi nella direzione della transizione, una situazione che a tendere diventerà molto simile a quella cui sono sottoposte le grandi case automobilistiche del Mondo”.

Ma stavolta le quote, le unità carbonio, sarebbero ad personam, per cui condizioneranno molto le scelte di acquisto delle persone. Le unità di carbonio saranno “detratte dal budget personale” ad ogni pagamento di carburante per i trasporti, di combustibili per il riscaldamento domestico e delle bollette dell’elettricità. Chiunque superi il limite sarebbe costretto ad acquistare unità aggiuntive nel mercato del carbonio personale da coloro che hanno un eccesso da vendere. Naturalmente c’è anche tanto business e marketing dietro l’operazione di facciata, ma stiamo parlando di banche non di associazioni assistenzialistiche.

Anche la Commonwealth Bank (CBA) australiana ha annunciato uno schema simile, dando al cliente la possibilità di “pagare una commissione” per compensare la propria impronta di carbonio.

Adesso appare più semplice capire perché si vuole eliminare il contante e digitalizzare la moneta, i tecnocrati sfruttano anche l’isteria sul cambiamento climatico per aumentare il controllo finanziario sugli individui.

Tale improvvida e brillante intuizione di Vancity prende spunto dall’articolo pubblicato su Nature a firma di quattro esperti, tra cui l’italiano Francesco Fuso Nerini, in cui viene spiegato che basta concedere una quota di emissioni di anidride carbonica su base personale che i cittadini sono tenuti a non sforare, perché misura obbligatoria a livello nazionale.

Beh, ricordate che in pieno periodo Covid, durante le zone rosse, a seguito dell’approvazione dei d.p.c.m. si poteva uscire solo per fare la spesa, e solo per acquistare beni di prima necessità, anche negli ipermercati dove vi è la possibilità di comprare altri oggetti quali giocattoli per bambini o articoli di cancelleria, era stata vietata la vendita e l’acquisto di tali beni.

Alla stessa stregua la carta di Vancity permetterà a chi governa le Cities 40 di decidere cosa dovremo comprare e in che quantità, per avere un’impronta carbonica in linea con i limiti imposti.

Anche in alcune parti della Cina, già da 7 anni, il governo sta testando un sistema di credito sociale in salsa cinese con una facciata di green, il Digital Life, di cui ha parlato anche la RAI (https://www.youtube.com/watch?v=u2evek-JPAM), un sistema di controllo che non funziona ancora a pieno regime e non è uniformato a livello nazionale, ma che si farà strada grazie al progetto C40, dato che 13 città cinesi ne fanno già parte.

Bisogna prendere coscienza oggi del futuro che ci aspetta e fare muro a queste regole distopiche fin da subito, pena il non saperci difendere e reagire a tale imminente controllo egemonico.

Francesco Paolo Cinquemani

*avvocato